Laurearsi lavorando
È opinione diffusa che lavoro e studio non vadano d’accordo. Aut aut. Si tratta di un discorso che aveva certamente una logica ai tempi in cui l’offerta formativa universitaria era limitata alle Università in presenza. Oggi, con il consolidamento delle Università telematiche, il discorso può dirsi ampiamente superato.
Lezioni sempre disponibili in piattaforma
Partiamo dalla prima problematica che, un tempo, rendeva impossibile la frequenza di corsi universitari ai lavoratori. La frequenza delle lezioni. Si trattava di un ostacolo oggettivamente insuperabile. O si era in aula ad ascoltare i docenti, oppure si era in ufficio. L’ubiquità chiaramente non rientra nelle facoltà umane. Almeno prima dell’avvento di internet.
Dagli anni Novanta, con l’ingresso nell’era del world wide web (il celebre www.) il mondo dell’istruzione ha accolto un nuovo protagonista: le Università telematiche. In Italia, la loro istituzione è stata resa possibile dal Decreto MIUR del 17 aprile del 2003. Da quel momento fecero la loro comparsa sulla scena gli Atenei online. Nell’ordine Università Guglielmo Marconi (2004), Unitelma Sapienza (2004), Università Leonardo Da Vinci (2004), Uninettuno (2005), Università telematica Italian University Line (2005), Università telematica Ecampus (2006), Università Giustino Fortunato (2010), Università Telematica Pegaso (2010), Università Telematica San Raffaele (2010), Università Niccolò Cusano (2010) e infine Università Mercatorum (2010). Queste sono le undici Università telematiche riconosciute dal MUR e i cui titoli di studio hanno lo stesso identico valore legale dei titoli di studio conseguiti presso le Università presenziali.
Ma con i vantaggi che conoscono bene gli studenti lavoratori. Lezioni sempre presenti in piattaforma (in modalità “asincrona”, vale a dire consultabili quando si vuole), test di autovalutazione, possibilità di effettuare il ricevimento online con i docenti e didattica interattiva (vale a dire partecipazione a webinar, scambio di elaborati con i docenti per l’acquisizione di punteggi aggiuntivi ecc.).
Esami online
Ai vantaggi dello studio in piattaforma “on demand” (quando e dove si vuole), si è aggiunta con la pandemia la possibilità di sostenere esami online. Le Università hanno predisposto dei sistemi di monitoraggio del comportamento dello studente (attraverso, ad esempio, l’utilizzo del lockdown browser), allargando ulteriormente la propria utenza e riducendo i costi indiretti dello studio universitario. Non è più necessario prendere giorni di ferie al lavoro (basta la “finestra” oraria dell’esame), o addirittura recarsi, talvolta con costi di spostamento e soggiorno, presso le aule.
Questa possibilità sta consentendo anche l’iscrizione alle Università telematiche degli italiani all’estero, con ricadute positive per l’intero sistema Paese.
Tutoraggio
Le Università telematiche si caratterizzano anche per un altro aspetto, che si è sviluppato per fare fronte ad un potenziale svantaggio. Si tratta dello sviluppo di sistemi di assistenza e tutoraggio per i propri studenti, in origine pensati per colmare il vuoto determinato dall’isolamento telematico in cui lo studente si ritrova.
Questi sistemi di assistenza e tutoraggio hanno determinato la nascita sul territorio di una serie di enti convenzionati con gli Atenei, che si prendono cura degli iscritti, svolgendo attività di orientamento e supporto didattico. Paradossalmente, oggi lo studente può sentirsi più solo in una grande Università in presenza, piuttosto che frequentando una Università telematica.